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Japamala collana e bracciale – Diaspro Rosa e Turchese, Indaco con albero della vita

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La Japamala è una ghirlanda composta da 108 pietre o grani, chiusa da un grano più grande, detto Meru o Sumeru.

Il loro nome deriva dal sanscrito, ove Japa significa ‘’mormorare’’ e Mala “ghirlanda”: ‘’la ghirlanda usata per sussurrare preghiere o i mantra”

Il Mantra rappresenta quindi una formula che libera la mente, uno strumento che libera il pensiero.

Materiale: Diaspro Imperiale, Amazonite, Quarzo Rosa, Turchese  con simbolo del Fiore della Vita

Japamala 

“Quando viaggi verso un luogo lontano, lungo la strada superi molte pietre miliari. Anche se esse non fossero là, tu raggiungeresti ugualmente la tua destinazione. Ma le pietre miliari ti danno una conferma e ti mostrano che stai andando nella direzione giusta. Quando fai japa le perle sono le pietre miliari e la mala è la strada. Strada e pietre sono essenziali per assicurare che tu raggiunga la tua destinazione psichica. Le perle mantengono attiva la consapevolezza e mantengono il sistema psichico sotto controllo.”   Swami Sivananda Saraswati

Il Japamala è una ghirlanda composta da 108 pietre o grani, chiusa da un grano più grande, detto Meru o Sumeru. Il loro nome deriva dal sanscrito, ove Japa significa ‘’mormorare’’ e Mala “ghirlanda”: ‘’la ghirlanda usata per sussurrare preghiere’’.

La loro origine è antichissima, tanto che i Japamala sono presenti nelle religioni buddista ed indù che risalgono a circa 6000 anni di storia, mentre la recitazione del mantra arriva sin dalla tradizione vedica precedente a Buddha. 

Anche la parola mantra deriva dal sanscrito e si compone di man, che significa “mente, pensiero, atto del pensare, intelletto, respiro, anima vivente” e la sillaba tra, che significa “che libera, che compie, che agisce, che protegge”. Il mantra rappresenta quindi una formula che libera la mente, uno strumento che libera il pensiero. 

A livello pratico i mantra sono rappresentati da una serie di parole che pronunciate ripetutamente, correttamente e con la giusta intenzione mentale, hanno il potere di donare un beneficio alla nostra mente ed alla nostra vita. 

A livello pratico il parallelismo con la cultura cristiana è presto fatto: la recitazione del rosario. In uno studio pubblicato il 22 Dicembre 2001 sul British Medical Journal (condotto da Luciano Bernardi, professore associato di medicina interna dell’Università di Pavia, i colleghi del John Radcliffe Hospital di Oxford e dell’Ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze) è stato dimostrato che gli effetti della recitazione dei mantra durante la meditazione e dell’Ave Maria durante il rosario si equiparano: si riduce e si regolarizza il ritmo del respiro fino a sei cicli al minuto, inducendo un effetto benefico anche sulla frequenza cardiaca. Addirittura gli scienziati coinvolti in questo studio ipotizzano che la nascita e l’utilizzo dei mantra e delle preghiere non abbia avuto solo uno scopo spirituale, bensì siano stati introdotti nella quotidianità come validi esercizi per rallentare la respirazione, aumentare la concentrazione, sincronizzare i ritmi dell’organismo e indurre uno stato di calma e di benessere generale.

Secondo la tradizione il Japamala si indossa al collo e/o al polso sinistro. Nella meditazione si usa nella mano destra passando i grani tra il pollice e il dito medio mentre si recita o sussurra il mantra prescelto per la propria meditazione. Non si dovrebbe utilizzare il dito indice, simbolo dell’ego, né il mignolo, simbolo di inerzia e pigrizia.

Con la mano destra si muove il Japamala in senso orario e quando si raggiunge il Meru se si vuole continuare a recitare si parte nuovamente con l’ultima pietra, la 108, e si torna indietro in senso antiorario.Il Meru non andrebbe mai oltrepassato e quando sgranando lo raggiungiamo, la mente è invitata a ritornare alla sua piena presenza ed alla completa consapevolezza. Ad ogni singola ripetizione l’azione delle dita che scorrono i grani aiuta a non perdersi nell’inconsapevolezza, nell’automatismo, ed il Japamala diviene così uno strumento prezioso per la mente.

 

Cos’è la Japamala ?

La Japamala è una collana utilizzata per la ripetizione di mantra e preghiere. E’ normalmente composta da 108 grani, spesso anche con l’aggiunta di un grano più grande, “meru”, che non si conta ma segnala al praticante la fine di una ripetizione. Viene infatti utilizzata facendo scorrere i grani in senso orario con il pollice e il dito medio della mano destra, senza toccarli con l’indice.

I grani utilizzati possono essere di legno, pietre, semi o altri materiali che generano vibrazioni diverse. Le Mala composte sono considerati amuleti dotati di proprietà energetiche, mistiche e curative.

Il numero dei grani, il 108 non è casuale. Sono infinite le interpretazioni e considerazioni sul suo significato e sul motivo della sua ricorrenza nello Yoga. E’ un numero collegato alla religione, alla scienza, all’astrologia e altro ancora.

Per citare alcuni esempi, il diametro del Sole è circa 108 volte il diametro della Terra e la distanza tra la Terra e il Sole è 108 volte il diametro del Sole. Anche la distanza media della Terra dalla Luna è circa 108 volte il diametro di quest’ultima.

Le divinità induiste sono 108, così come 108 è il numero di Nadi, i canali energetici che convergono al chakra del cuore.

La lingua più antica al mondo e la stessa utilizzata sin dal principio nello Yoga, il Sanscrito, è composta da 54 lettere o suoni che hanno sia un aspetto femminile, sia un aspetto maschile. Moltiplicando 54 per 2 otteniamo il numero 108.

Infine, indovinate il numero degli elementi che compongono l’Universo? 108 esatto!

Come si indossa e come si usa la Japamala.

Secondo la tradizione il Japamala si indossa al collo e/o al polso sinistro. Nella meditazione si usa nella mano destra passando i grani tra il pollice e il dito medio mentre si recita o sussurra il mantra prescelto per la propria meditazione. Non si dovrebbe utilizzare il dito indice, simbolo dell’ego, né il mignolo, simbolo di inerzia e pigrizia.

Con la mano destra si muove il Japamala in senso orario e quando si raggiunge il Meru se si vuole continuare a recitare si parte nuovamente con l’ultima pietra, la 108, e si torna indietro in senso antiorario.Il Meru non andrebbe mai oltrepassato e quando sgranando lo raggiungiamo, la mente è invitata a ritornare alla sua piena presenza ed alla completa consapevolezza. Ad ogni singola ripetizione l’azione delle dita che scorrono i grani aiuta a non perdersi nell’inconsapevolezza, nell’automatismo, ed il Japamala diviene così uno strumento prezioso per la mente.

 

Materiale: Diaspro Imperiale, Amazonite, Quarzo Rosa, Turchese  con simbolo Fiore della Vita

Confezione in bustina

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